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Arequipa è una città peruviana, situata sulle rive del fiume Chili e capoluogo della regione omonima. È la seconda città più popolosa del Paese, con i suoi 860.000 abitanti. È conosciuta come "La Ciudad Blanca" ("la città bianca") dal colore della pietra con la quale sono stati costruiti tutti gli edifici principali del suo centro storico che, nel 2000, è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Fu fondata nel 1540.

 

La città sorge ai piedi del grande vulcano El Misti (5.800 m s.l.m.) la cui ultima eruzione risale al 1784.

 

Secondo la tradizione il nome di Arequipa è deriva dalla lingua quechua. Quando i sudditi dell'Inca Mayta Cápac, meravigliati dalla bellezza della valle del Chili, gli chiesero il permesso di fermarsi e costruire una città, egli rispose Ari qhipay, cioè sì, fermatevi qui.

 

Un'altra versione fa risalire il nome della città ad una parola nella lingua degli indigeni Aymara: ari qquepan, una conchiglia marina utilizzata come tromba bellica, per es. per suonare la carica.

 

Una terza versione fa risalire il nome della città all'espressione nella lingua degli indigeni Aymara: ari qhipaya, che significa al di là della vetta. L'espressione fa riferimento alla migrazione degli indigeni dagli altipiani, a cui la città appariva dopo aver superato la vetta del vulcano Misti.

 

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Arequipa, naviga su Fickr con "pass ospite"


Il Monastero di Santa Catalina
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Il monastero di Santa Catalina è una perla di edificio religioso, che si trova nel centro di Arequipa, al sud del Perù. È l'unico monastero del mondo con una cittadella. È un monastero di suore, dell'ordine di Santa Catalina di Siena, che fecero un voto di silenzio a vita. Non parlano neanche tra di loro, sono recluse dentro del monastero, e quando lo visiti, solo si possono vedere certe parti, dove non abitano le suore. Si possono vedere le antiche abitazioni dove vivevano nel XVI secolo, quando si fondò il monastero, così come la cittadella, le cucine e i luoghi comuni, ma sempre senza nessuno in giro. All'inizio il monastero non aveva molta popolarità, ed entravano suore creole, meticcie, un po' forzate. Ora ci sono suore spagnole. Il monastero fu parzialmente distrutto da un forte terremoto, ma sono riusciti a restaurarlo e conservare allo stesso tempo la clausura delle suore. Per questo, le suore stesse dovettero rinnovare le loro stanze e le parti che, normalmente, nessuno può vedere, per preservare il loro voto e il loro isolamento. A parte della piccola città monacale, c'è la pinacoteca, che possiede dipinti d'arte coloniale dal secolo XV al XVII.


Il Vulcano Misti

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