Le Isole Flotantes

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Le isole galleggianti degli Uros

   

Poco lontano da Puno, sul lago Titicaca, ci sono circa 40 isole galleggianti fatte di canne di totora sovrapposte in innumerevoli strati sulle quali vive l’antico popolo degli Uros.

Le isole artificiali sono state realizzate nel passato per sfuggire dagli Incas e oggi sono ancora abitate dai discendenti di chi cominciò, secoli fa, a vivere nel lago. Ogni isola ha una durata media di circa 30 anni e le famiglie che vi abitano vivono per lo più di pesca che praticano con le loro peculiari imbarcazioni sempre fatte di canne. Queste persone sono da sempre abituate a calpestare quella specie di terreno morbido che costituisce la loro casa (e che, vi assicuro, dà una strana e piacevole sensazione), tanto da aver non di rado difficoltà a camminare sulla terra ferma.

Oggi le isole sono visitabili facendo un’escursione in barca da Puno.

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Sulle rive del Lago Titicaca ed a 3860 sul livello del mare, si trova Puno, città che cattura e ammalia per il suo strano magnetismo che emana dalle sue montagne, dal lago che sembra un mare e dalla gente, discendente degli aymara, un popolo intraprendente che dominò l'altopiano.

 

Prima dell'espansione dell'impero incaico la zona, che oggi conosciamo come Puno, situata all'estremo Sud del Perù, era dominata dagli uomini della cultura Tiahuanaco, la massima espressione dello sviluppo aymara, come è dimostrato dai resti archeologici ritrovati nella zona.

Puno fu la culla della civiltà incaica. La leggenda narra che dalle acque del Titicaca il lago navigabile più alto del mondo, a 3815 metri e il secondo più grande del Sudamerica con 84000 chilometri quadrati di superficie Manco Capac, il primo inca, per fondare un impero così come lo avava ordinato il Dio Sole.

Il 4 novembre del 1688 il vicerè Conte di Lemos fondò la città di Puno, battezzandola con il nome di San Carlos de Asturias. A partire da quel momento il luogo iniziò a cambiare aspetto dato che i sacerdoti spagnoli, volendo catechizzare gli indigeni, costruirono le belle chiese che tuttora si conservano.

Questa regione peruviana è rinomata per la varietà ed il colorito folklore, senza dubbio il più ricco e affascinante di questa parte del continente, la cui massima espressione è la festa della vergina della Candelora che si realizza a febbraio.

Attualmente Puno, capitale del dipartimento omonimo, è un'importante zona agricola e di allevamento del bestiame, soprattutto dei camelidi sudamericani (lama e alpache), che si cibano sui suoi immensi pascoli e pampas.

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L'Isola di Taquile

L’isola Taquile si trova a 36 km dalla cittá di Puno. Navigando con un battello comune occorrono tre ore di navigazione sul lago per raggiungere il molo principale dell’isola. Il punto piú alto di Taquile arriva a 4.000 metri mentre l’isola è lunga 5 km e larga 1,5 km.

Taquile ha circa 1.200 abitanti. La sua gente è di razza quechua. La loro principale attivitá economica è l’agricoltura nonostante siano ben esperti anche nella tessitura e nell’artigianato. Senza dubbio, i Taquileños son divenuti famosi per il loro spirito imprenditoriale iniziando dalla metá degli anni ’70.

 

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Sillustani

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Sillustani.

Questo nome deriva da una voce aymara, “sillustahara”, che significa Unghie Larghe, ovvero luogo dalla forma di unghia, mentre secondo un ricercatore boliviano Sillus significa unghia e Llustani scivolare, in questo caso luogo dove scivola l’unghia.

L’altezza è di 3.910 metri sul livello del mare. Si tratta di una necropoli collocata su una penisoletta che si protende nel lago Umayo, quasi come un’unghia nello specchio verdastro del lago. Si ritiene che fosse questa la necropoli principale del regno Qolla, la cui capitale era a poca distanza e si chiamava Hatuncolla, regno fiorito fra il 1.200 e l’epoca Inca. Le tombe sono di diverso tipo: chulpas, tombe semisotterranee e sotterranee. Le più importanti sono quelle del primo tipo, le Chulpa, anche fra queste ci sono distinzioni: ve ne sono cilindriche, a cono rovesciato, lavorate, rustiche. 

Le Chulpa erano costruite secondo le esigenze e le possibilità del committente, alcune hanno una sola camera funeraria a volta, in altre la camera funeraria è coperta da lunghe e larghe pietre piane, altre ancora hanno nicchie trapezoidali. Questi  monumenti furono costruiti con il solito sistema delle rampe che, una volta terminata l’opera, venivano demolite. Nel caso di sepolture importanti si facevano sacrifici umani e di animali come i camelidi. Il cadavere, dopo la mummificazione era posto in una cesta, in posizione fetale, con gli oggetti destinati a seguirlo nell’oltretomba.

Il materiale usato è un tipo di tracoandesite reperibile a distanza relativa, i blocchi erano lavorati con attrezzi di oligisto, un tipo di pietra ferruginosa.

La torre funeraria Chulpa ha un accesso alla camera mortuaria molto piccolo e alla base del monumento, il corpo della torre contiene la cavità interna della camera, al disopra della volta della camera c’era la cornice di coronamento e al di sopra di questa la copertura a mo’ di cupola, il tutto forma un blocco massiccio.

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